Originariamente castello feudale, il comune di Pelago ha raggiunto l'attuale estensione nel 1915 quando gli furono staccate le frazioni di Rufina e Contea, costituite in comune autonomo con la denominazione Rufina.Il territorio comunale si estende tra le pendici dell'Appennino e del Pratomagno e la Val di Sieve, in zona collinare e montana.
Il primo documento storico riguardante Pelago risale alla fine dell'XI secolo, il suo territorio fu a lungo possesso dei conti Guidi di Poppi, dei quali ci sono state tramandate numerose donazioni a vantaggio dei monaci di Vallombrosa.
Al contrario il castello, almeno a partire dal XIII secolo, risulta sotto l'autorità dei Cattani da Diacceto, una famiglia di piccola nobiltà comitatina forse in origine vassalla dei Guidi, e fino al XV secolo più volte sorsero dispute di proprietà tra i Cattani, i monaci di Camaldoli, il vescovo di Fiesole e la repubblica fiorentina della quale dalla metà del Duecento si riconosceva l'egemonia.
Tra le varie risorse economiche del passato va ricordata la tradizionale produzione di panni rustici di lana e, in epoca più recente, quella di tessuti di lino e di canapa, oltre alla presenza di fornaci per la produzione di laterizi.
I prodotti del bosco, le patate e l'allevamento del bestiame (soprattutto suino) erano le risorse maggiori del settore primario e alimentavano un fiorente mercato settimanale.
Attualmente le risorse economiche di Pelago nell'industria sono abbastanza sviluppate e articolate: un cementificio, produzione di ceramiche, filati e rubinetterie nella frazione di San Francesco e inoltre piccole e medie aziende nel settore tessile, del mobilio, degli infissi e dell'arredamento, della pelle; in collina vengono coltivati l'olivo e la vite, mentre nelle zone più elevate vi sono vasti boschi cedui e castagneti.0